A distanza di qualche giorno dall’attentato all’ex Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, il mondo si interroga come sia stato possibile bucare i controlli e permettere al “cecchino” Thomas Metthew Crock di mirare contro il candidato repubblicano alle presidenziali. Una vicenda che ha richiamato il ricordo all’attentato che il 22 novembre del 1963 a Dallas che costò la vita al 35esimo presidente USA John Fitzerald Kennedy e cinque anni più tardi la stessa sorte toccò al fratello Robert Kennedy, freddato durante la campagna elettorale.
Al di là di quelle che saranno le indagini per fare luce sull’episodio accaduto in Pennsylvania, per fortuna le conseguenze per Trump non sono state nefaste come si poteva temere. Le lievi ferite riportate all’orecchio dal Tycoon hanno fatto tirare un sospiro di sollievo agli americani e non solo. Donald Trump è stato immediatamente medicato ed ha potuto riprendere le sue funzioni. Questo perché si è trattato di una ferita di lieve entità.
In genere, dal punto di vista medico, questo tipo di ferite vengono trattate con farmaci disinfettanti con un tampone imbevuto di Clorexidina e la sutura, quando ovviamente non è necessaria la chirurgia. La disinfezione e la copertura delle ferite con garze sterili possono essere sufficienti Contestualmente si adotta una profilassi antibiotica (efficace contro Gram+ e Gram-) e una copertura antitetanica. Ed è molto probabile che Trump sia stato curato in questa maniera.
Diverso il discorso, parlando sempre di ferimento non grave, se il proiettile raggiunge un arto. In questo caso si procederà con un intervento chirurgico che mira alla rimozione del tessuto necrotico nelle fasce muscolari colpite e a ridurre la lesione ossea, se presente.